http://www.youtube.com/watch?v=8dQ8m1AmY4g
ROSARNO – DICEMBRE 2008
Viaggio nella baraccopoli, nel rifugio lager di ROSARNO tra i
raccoglitori africani di agrumi, sfruttati per 12 ore al giorno per 20
euro. E si pagano pure il trasporto.I sopravvissuti alle odissee che
hanno dovuto affrontare per arrivare fin qui, in fuga da paesi in guerra
o stremati da ingiustizie e povertà, derubati e minacciati dalla teppa
internazionale che governa il traffico dell’emigrazione africana, ora
sono qui. Alloggiano alla "Rognetta", dentro baracche di cartone e
bambù, nell’ex deposito alimentare diroccato, senza neache il tetto, in
pieno centro di Rosarno – paese commissariato per infiltrazioni mafiose –
a poche decine di metri dalla scuola elementare, in mezzo al fango, ai
topi e a una carcassa di montone, sgozzato qualche giorno fa da un
macellaio magrebino.
Sono qui a centinaia, tutti giovani
dell’Africa sud sahariana e magrebini solo perché, in questo periodo
dell’anno, sono la mano d’opera più ambita nella zona, dove è tempo di
raccolta di agrumi. Ogni mattina i pullmini dei caporali si presentano
davanti alla "Rognetta", o nell’ex cartiera abbandonata di S. Ferdinando
(paese vicino, anche questo commissariato) dove vivono assiepati come
maiali da macello più di settecento persone, in condizioni igieniche
spaventose dentro baracche puzzolenti, due metri per tre, con quattro,
cinque o sei letti.
Ognuno di loro, a parte le revolverate di
qualche cittadino locale, ha finora imparato a conoscere il nostro Paese
senza mai incontrare neanche un rappresentante delle pubbliche
istituzioni. Gli unici presenti sul posto sono quelli di Medici Senza
Frontiere (MSF), qui da settembre con un presidio sanitario d’emergenza,
identico a quelli che sono abituati ad allestire in tutto il mondo
nelle zone più difficili, impervie e pericolose, come lo Zimbawe, il
Mianmar, il Nord Kivu, il Darfur. Distribuiscono sacchi a pelo e
garantiscono l’assistenza sanitaria a gente che letteralmente non ha più
nulla, se non le braccia per lavorare fino a 12 ore al giorno per 20
euro, in mezzo ai campi di arance, dove per arrivarci devono anche
pagare il trasporto: due euro e mezzo all’andata e altrettanto per il
ritorno.