Nostra patria
è il mondo intero…
Dal Lazio alla
Sicilia esperienze di lotta al confronto
Al povero puoi rubare tutto, tranne i sogni (Antico
detto africano). Così chiude il suo intervento Kalifa, uno dei
lavoratori africani di Rosarno, deportato a Roma dopo i fatti del 7
gennaio, che sopravvive da due mesi senza lavoro con l’aiuto di
strutture di base cittadine.
Al povero puoi rubare tutto, tranne i sogni. Il
sogno di essere liberi, di determinare la propria
vita, di tornare liberamente dalla propria famiglia
in Africa senza vincoli legati ai documenti che immobilizzano. Il
sogno di lavorare dignitosamente per poter inviare loro quel po’ di
denaro che consente di sopravvivere alla miseria e alle malattie. Il
sogno di vivere senza doversi guardare le spalle quando si cammina
per strada, di dormire in un letto e non su uno scatolone di fortuna
alla stazione… Il sogno di poter avere dei semplici desideri…
Dopo i fatti di Rosarno, la vasta, tragica, sommersa realtà della
manodopera immigrata impiegata strutturalmente nelle campagne d’Italia
non è più una condizione nota a pochi. La situazione in Calabria,
Puglia, ma anche nelle piane del Lazio, nelle stalle della Lombardia e
del Veneto si ripropone in Andalusìa per le fragole, o in Francia,
nella Bouche du Rhone. Meccanismi simili perché è simile il modello
agricolo: un’agricoltura industriale volta al massimo profitto
sostenuta e incoraggiata da mezzo secolo di politiche pubbliche.
Possiamo pensare che non ci riguardi, se decidiamo di ignorare le
condizioni in cui vengono prodotti i pomodori, le zucchine, le arance
che compriamo sui banchi del supermercato; se decidiamo di non
domandarci a chi va quell’euro e mezzo che paghiamo per un chilo
d’arance tarocco, quando le stesse vengono pagate 20 centesimi ai
produttori. Ancora meglio, la spremuta a un euro potrebbe sembrarci meno
conveniente se sapessimo che i frutti da cui viene prodotta vengono
acquistati dai grossisti a 5 centesimi. Più del 600%, di tanto
aumenta il valore di un frutto quando passa dal produttore agli
scaffali delle grandi catene di distribuzione. Intanto noi compriamo e
così alimentiamo una circuito di sfruttamento che strozza i piccoli
produttori al punto di renderli aguzzini, servi delle organizzazioni
mafiose e carnefici verso i più deboli, i braccianti del nuovo
millennio, ultimo anello di questa lunga catena. Compriamo e
foraggiamo chi, forte del monopolio e coperto da leggi razziste,
compra a basso prezzo il sangue e il sudore dei lavoratori immigrati.
La solidarietà che ha circondato i lavoratori africani linciati e
deportati da Rosarno non può fermarsi all’aiuto materiale, né
contentarsi della lotta per la regolarizzazione. È necessario affrontare
i nodi strutturali della questione, in una prospettiva di lotta che
coniughi lo sviluppo democratico e partecipato di quei territori con
la dignità di lavoratori che devono poter affermare i propri diritti.
Rosarno non è un caso. Rosarno è un sistema di fronte al quale non
basta scandalizzarsi ma è necessario reagire, organizzarsi, lottare.
Insieme: lavoratori delle campagne, immigrati e italiani, piccoli
produttori indipendenti e consumatori delle metropoli.
Che risposte collettive possono essere date nei diversi
territori?
Come possiamo mettere in rete le nostre esperienze e le
nostre idee per disarticolare la gerarchia etnicizzata del lavoro che
contempla l’esistenza di fasce totalmente prive di tutele e diritti?
Come rompere ovunque il muro di silenzio che circonda queste
vite ridotte a braccia, senza testa e senza dignità, e che garantisce
il loro sfruttamento?
Mettiamo in relazione le nostre esperienze e i nostri sforzi
perché le realtà solidali nei vari territori, già attive da anni per
dare un minimo sostegno ai lavoratori supersfruttati come gli
africani di Rosarno, non restino isolate e impotenti
Costruiamo un terreno comune di intervento e di lotta
PARLIAMONE
INSIEME SABATO 10 APRILE CON:
– Assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma
– Enrico Pugliese, Docente di Sociologia del Lavoro, Università La
Sapienza di Roma
– Consorzio EquoSud di Gallico, Reggio Calabria
– La Rete Migranti della provincia di Reggio Calabria
– Alcuni lavoratori africani di Castel Volturno
– Centro Jacob, Foggia
– Laboratorio Zeta, Palermo
– CSA Ex Canapificio, Caserta
– Comitato Primo Marzo, Siracusa
– Redazione veneta del Primomaggio – Foglio per il collegamento tra
lavoratori, precari e disoccupati
PROGRAMMA DELLA GIORNATA:
Alle 16:00 – Reading di Mambaye Diop
a seguire – incontro pubblico con l’ALAR
– Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma
Aperitivo calabrese e CENA
SUB-SAHARIANA
Alle 21:00 – video-proiezione
Alle 21:30 – CONCERTO CON MADYA DIEBATE
(griot e maestro di Kora)
A seguire – dj set Radio Africa
(Onda Rossa – 87.9 FM) e TP Africa (Popolare Roma
103.3 FM)
Sottoscrizione a sostegno della Cassa di Mutuo Soccorso per i
lavoratori africani di Rosarno a Roma
Nostra patria è il mondo intero, nostra
legge la libertà
promuovono:
Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a
Roma – alar.noblogs.org
Osservatorio
Antirazzista Pigneto Tor Pignattara – www.6antirazzista.net
Comitato
di Quartiere Pigneto Prenestino – www.lapigna.info
CSOA
eXSnia – www.exsnia.it
Campagna “Non uno di meno”
Per
contattattare ALAR e aderire all’appelo di sostegno:
CSOA
eXSnia
VIA
PRENESTINA 173
tram 5,
14, 19 – bus 81, 810, 12N