assemblea pubblica 18 febbraio 2010

ASSEMBLEA PUBBLICA – 18 FEBBRAIO 2010 – CINEMA L’AQUILA – ROMA

 

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appello università

RAZZISMO: APPELLO DALLE UNIVERSITA’, OLTRE 200 DOCENTI CON ‘PRIMO MARZO’  
 

(ASCA) – Roma, 15 feb – Dagli atenei italiani un appello contro il razzismo. Oltre duecento docenti universitari, da Genova a Palermo, da Trieste a Bologna, hanno aderito a ”Primo Marzo – Una giornata senza di noi”.

”Questa giornata – hanno scritto nella lettera inviata al comitato – ci sembra di particolare importanza anche per iniziare una necessaria riflessione sulle forme della nostra esistenza comune di cittadini e non cittadini, migranti e non”.

I docenti denunciano la scandalosa difficolta’ nell’accesso a un permesso di soggiorno per studi universitari, attraverso una politica delle ”quote” anche nel campo del sapere ”che rende quest’ultimo esclusivo privilegio dei cittadini”. Una discriminazione che rappresenta un ulteriore aspetto della chiusura nei confronti degli immigrati che caratterizza il nostro Paese. ”Per questo – prosegue la lettera – ci impegniamo a lottare anche per garantire la piena accessibilita’ dell’Universita’ ai migranti. Siamo piu’ in generale convinti che soltanto cancellando il razzismo istituzionale e sociale come pratica quotidiana di sfruttamento sara’ possibile costruire spazi di convivenza futuri”.

Nei giorni che precedono il primo marzo, i docenti si sono impegnati a leggere ai propri studenti la lettera redatta dai lavoratori africani di Rosarno, riunitisi in assemblea a Roma alla fine di gennaio.

res-map/mcc/bra

http://www.asca.it/news-RAZZISMO__APPELLO_DALLE_UNIVERSITA___OLTRE_200_DOCENTI_CON__PRIMO_MARZO_-894398-ATT-.html

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compleanno snia

 
15 anni in viaggio…sulle strade della liberazione
 
VENERDI’ 12 FEBBRAIO 2010
FESTEGGIAMO CON I LAVORATORI AFRICANI DI ROSARNO

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comunicato prefettura

PRESIDIO A PIAZZA SS. APOSTOLI

GIOVEDI’ 11 FEBBARIO ORE 15

 

La rivolta dei lavoratori africani di
Rosarno ha reso ancor più evidente la condizione di grave sfruttamento del
lavoro nelle campagne italiane.
 L’unica
risposta del governo è stata quella della
 repressione e della 
deportazione di massa, lasciando di fatto i lavoratori privi di lavoro e
di un posto dove risiedere. Una parte dei protagonisti della rivolta arrivati a
Roma si è costituita nell’Assemblea dei Lavoratori Africani di Rosarno a Roma.
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articolo agenzia ami

I lavoratori migranti di Rosarno arrivano a Roma

Gran parte di loro sono senza lavoro e senza un posto dove dormire

Dopo gli scontri e gli allontanamenti, gli immigrati chiedono alle autorità dignità e diritti


Gli immigrati di Rosarno sono arrivati a Roma nel silenzio generale. Dopo le rappresaglie avvenute nella cittadina calabrese, centinaia di migranti sono arrivati nella Capitale e dormono nei dintorni della stazione Termini o in parchi all’aperto, senza un lavoro e senza i propri bagagli. Grazie all’attivismo della rete antirazzista romana, circa sessanta immigrati africani si sono riuniti al centro sociale Ex-Snia Viscosa di Roma. Lì hanno potuto fare un’assemblea per redigere un comunicato e chiedere alle autorità che riconoscano i loro diritti e che gli venga concesso il permesso di soggiorno umanitario, come avvenuto per gli 11 migranti rimasti feriti durante gli scontri di Rosarno. Continue reading

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CONFERENZA STAMPA -ALAR

CONFERENZA STAMPA – ASSEMBLEA LAVORATORI AFRICANI DI ROSARNO

http://www.youtube.com/watch?v=afe9KEy0jzk

"I MANDARINI E LE OLIVE NON CADONO DAL CIELO". Conferenza Stampa
con i Migranti di Rosarno, Roma, 2 febbraio 2010, Piazza S. Marco.
*
Il
comunicato letto durante la conferenza stampa:
""I mandarini e le
olive non cadono dal cielo"
In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti
per costituire l’Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma.
Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo aver
rivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane.
Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità.
Il
nostro lavoro era sottopagato. Lasciavamo I luoghi dove dormivamo ogni
mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che
non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. A volte non riuscivamo
nemmeno, dopo una giornata di duro lavoro, a farci pagare. Ritornavamo
con le mani vuote e il corpo piegato dalla fatica. Eravamo, da molti
anni, oggetto di discriminazione, sfruttamento e minacce di tutti i
generi. Eravamo sfruttati di giorno e cacciati, di notte, dai figli dei
nostri sfruttatori. Eravamo bastonati, minacciati, braccati come le
bestie prelevati, qualcuno è sparito per sempre. Ci hanno sparato
addosso, per gioco o per linteresse di qualcuno. Abbiamo continuato a
lavorare. Con il tempo eravamo divenuti facili bersagli. Non ne
potevamo più. Coloro che non erano feriti da proiettili, erano feriti
nella loro dignità umana, nel loro orgoglio di esseri umani. Non
potevamo più attendere un aiuto che non sarebbe mai arrivato perché
siamo invisibili, non esistiamo per le autorità di questo paese. Ci
siamo fatti vedere, siamo scesi per strada per gridare la nostra
esistenza. La gente non voleva vederci. Come può manifestare qualcuno
che non esiste? Le autorità e le forze dell’ordine sono arrivate e ci
hanno deportati dalla città perché non eravamo più al sicuro. Gli
abitanti di Rosarno si sono messi a darci la caccia, a linciarci, questa
volta organizzati in vere e proprie squadre di caccia all’uomo. Siamo
stati rinchiusi nei centri di detenzione per immigrati. Molti di noi ci
sono ancora, altri sono tornati in Africa, altri sono sparpagliati nelle
città del Sud. Noi siamo a Roma. Oggi ci ritroviamo senza lavoro, senza
un posto dove dormire, senza I nostri bagagli e con I salari ancora
non pagati nelle mani dei nostri sfruttatori. Noi diciamo di essere
degli attori della vita economica di questo paese, le cui autorità non
vogliono né vederci né ascoltarci. I mandarini, le olive, le arance non
cadono dal cielo. Sono delle mani che li raccolgono. Eravamo riusciti a
trovare un lavoro che abbiamo perduto semplicemente perché abbiamo
domandato di essere trattati come esseri umani. Non siamo venuti in
Italia per fare i turisti. Il nostro lavoro e il nostro sudore serve
all’Italia come serve alle nostre famiglie che hanno riposto in noi
molte speranze.
Domandiamo alle autorità di questo paese di
incontrarci e di ascoltare le nostre richieste:
– domandiamo che il
permesso di soggiorno concesso per motive umanitari agli 11 africani
feriti a Rosarno, sia accordato anche a tutti noi, vittime dello
sfruttamento e della nostra condizione irregolare che ci ha lasciato
senza lavoro, abbandonati e dimenticati per strada.
– vogliamo che il
governo di questo paese si assuma le sue responsabilità e ci garantisca
la possibilità di lavorare con dignità.
L’Assemblea dei Lavoratori
Africani di Rosarno a Roma"."

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I MANDARINI NON CADONO DAL CIELO

I MANDARINI NON CADONO DAL CIELO

 

In data 31 gennaio 2010 ci siamo riuniti per costituire l’Assemblea dei lavoratori Africani di Rosarno a Roma.
Siamo i lavoratori che sono stati obbligati a lasciare Rosarno dopo averrivendicato i nostri diritti. Lavoravamo in condizioni disumane.
Vivevamo in fabbriche abbandonate, senza acqua né elettricità. Il nostro lavoro era sottopagato.
Lasciavamo i luoghi dove dormivamo ogni mattina alle 6.00 per rientrarci solo la sera alle 20.00 per 25 euro che non finivano nemmeno tutti nelle nostre tasche. Continue reading

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comunicato pigneto

“Non abbiamo da perdere che le nostre catene”

A Rosarno l’ordine è stato ristabilito. Il dispiegamento militare dello Stato ha risolto in quella terra il problema della situazione da guerra civile seguita alla giusta rivolta dei braccianti immigrati, privati dei più elementari diritti.

Le stesse persone costrette a fuggire dalla guerra e dalla devastazione che il grande capitale e i governi occidentali portano nei loro paesi, vengono esposte nella democratica e civile Italia all’asservimento, alla segregazione e al linciaggio, fino alla reclusione nei campi d’internamento chiamati ora CIE, già CPT. Questo è l’esito del cosiddetto “controllo dei flussi” realizzato da Schenghen in poi, con leggi come la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, il Pacchetto Sicurezza. A cui oggi, dopo Rosarno, si aggiunge un nuovo strumento: la deportazione. Continue reading

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quotidiano della calabria

Rosarno l’alibi del razzismo e della ‘Ndrangheta

di ELISABETTA DELLA CORTE e FRANCO PIPERNO

Sono trascorse alcune settimane dai fatti di Rosarno, ricostruiti ormai con dettaglio e commentati con dovizia, sui mezzi d’informazione; sicché è possibile fare il punto, per quanto provvisorio, su quel che è accaduto e sulle cause congetturali.
Diciamo subito che, per noi, i moti di Rosarno, sono un segnale precursore dello scenario, inedito e maligno, che sembra aprirsi per l’agricoltura meridionale, in particolare per quella delle grandi piane. Continue reading

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comunicato

 

troppa (in)tolleranza e nessun diritto
CONTRO IL RAZZISMO E LO SFRUTTAMENTO


con i migranti di Rosarno, contro la Bossi-Fini e contro Maroni



– Esplode una tragedia annunciata a Rosarno, uno dei ghetti del profondo Sud d’Italia, una delle zone grigie senza diritti del Paese. Migliaia di migranti sfruttati nei campi, ridotti in schiavitù e infine perseguitati e deportati. È una tragedia annunciata perché si ripete, dopo la rivolta di Castelvolturno, una rivolta provocata dall’odio razzista. Abbiamo assistito agli spari sugli africani che provano ad affermare i propri diritti più elementari. A Rosarno negli ultimi dieci anni la situazione è peggiorata, nell’assenza quasi totale delle istituzioni locali e nazionali, mentre le denunce delle associazioni, dei movimenti, dei rosarnesi e calabresi sensibili sono state ignorate. Continue reading

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