reportage2009

Cento immigrati vivono nelle baracche della vecchia fabbrica alla Rognetta

ROSARNO – Era una vecchia fabbrica per la lavorazione delle arance. La Rognetta. Poi venne chiusa. Portarono via le porte, si arrugginirono gli infissi, cadde il tetto, crebbero le erbacce. E divenne la casa di un centinaio degli almeno 2.000 braccianti immigrati che ogni inverno si concentrano a Rosarno per la raccolta degli agrumi. Tra di loro la chiamano Fabrica Anciènne. Si trova a pochi passi dal centro di Rosarno. Vicino a una scuola elementare, sulla via Nazionale. La stessa strada che all’alba si affolla di uomini in cerca di lavoro. Da fuori si vede un cortile ancora sporco dei cumuli di immondizia rimossi poche settimane fa dal Comune. Sotto lo scheletro dei travi arrugginiti, le baracche sono state costruite ad arte, con teli di plastica, cartoni e cavi. Quando piove si allaga tutto. La fabbrica è divisa in due settori. Nel primo abitano i maghrebini. Continue reading

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I DISPERATI DI ROSARNO GENNAIO 2009

I DISPERATI DI ROSARNO – UN SERVIZIO DI MEDICI SENZA FRONTIERE

Ancora una volta migliaia di immigrati si sono riversati nelle
campagne della Piana di Gioia Tauro per la raccolta degli agrumi. Medici
Senza Frontiere (MSF) è intervenuta in questarea con unequipe di
operatori umanitari. Nei comuni di Rosarno (RC), San Ferdinando (RC) e
Rizziconi (RC), MSF ha individuato una popolazione di almeno 1500
migranti che versano in condizioni spaventose. A Rosarno e San
Ferdinando i lavoratori vivono in due fabbriche dismesse, in questultimo
comune circa 700 persone hanno costruito alloggi di fortuna dentro una
ex cartiera. Sfruttamento sul lavoro, scarso accesso alla salute,
alloggi totalmente inadeguati ed episodi di violenza costituiscono la
realtà quotidiana degli stagionali in quest’area. Le condizioni igienico
sanitarie in cui versano i lavoratori stagionali sono inaccettabili,
per questo MSF nel dicembre 2008 ha distribuito circa 1500 kit igienico
sanitari contenenti un sacco a pelo, sapone, spazzolino da denti e
dentifricio. 

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video dicembre 2008

http://www.youtube.com/watch?v=8dQ8m1AmY4g

 

ROSARNO – DICEMBRE 2008

Viaggio nella baraccopoli, nel rifugio lager di ROSARNO tra i
raccoglitori africani di agrumi, sfruttati per 12 ore al giorno per 20
euro. E si pagano pure il trasporto.I sopravvissuti alle odissee che
hanno dovuto affrontare per arrivare fin qui, in fuga da paesi in guerra
o stremati da ingiustizie e povertà, derubati e minacciati dalla teppa
internazionale che governa il traffico dell’emigrazione africana, ora
sono qui. Alloggiano alla "Rognetta", dentro baracche di cartone e
bambù, nell’ex deposito alimentare diroccato, senza neache il tetto, in
pieno centro di Rosarno – paese commissariato per infiltrazioni mafiose –
a poche decine di metri dalla scuola elementare, in mezzo al fango, ai
topi e a una carcassa di montone, sgozzato qualche giorno fa da un
macellaio magrebino.

Sono qui a centinaia, tutti giovani
dell’Africa sud sahariana e magrebini solo perché, in questo periodo
dell’anno, sono la mano d’opera più ambita nella zona, dove è tempo di
raccolta di agrumi. Ogni mattina i pullmini dei caporali si presentano
davanti alla "Rognetta", o nell’ex cartiera abbandonata di S. Ferdinando
(paese vicino, anche questo commissariato) dove vivono assiepati come
maiali da macello più di settecento persone, in condizioni igieniche
spaventose dentro baracche puzzolenti, due metri per tre, con quattro,
cinque o sei letti.

Ognuno di loro, a parte le revolverate di
qualche cittadino locale, ha finora imparato a conoscere il nostro Paese
senza mai incontrare neanche un rappresentante delle pubbliche
istituzioni. Gli unici presenti sul posto sono quelli di Medici Senza
Frontiere (MSF), qui da settembre con un presidio sanitario d’emergenza,
identico a quelli che sono abituati ad allestire in tutto il mondo
nelle zone più difficili, impervie e pericolose, come lo Zimbawe, il
Mianmar, il Nord Kivu, il Darfur. Distribuiscono sacchi a pelo e
garantiscono l’assistenza sanitaria a gente che letteralmente non ha più
nulla, se non le braccia per lavorare fino a 12 ore al giorno per 20
euro, in mezzo ai campi di arance, dove per arrivarci devono anche
pagare il trasporto: due euro e mezzo all’andata e altrettanto per il
ritorno.

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